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TROPPE BUFALE SUI PROGRAMMI DIFFERENZIATI
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 7 aprile 2012
In questi giorni le scuole superiori che frequentano i ragazzi disabili, hanno chiesto alle famiglie di predisporre le domande per avere l'educatore scolastico a scuola per l'anno 2012/2013.
Figura che assegna la Provincia agli istituti superiori.
Da allegare alle domande c'è la diagnosi funzionale con la richiesta di tale figura, da parte della asl di appartenenza o di un centro di riabilitazione.
C'è da ribadire che questi educatori, non sono insegnanti di sostegno ma affiancano i ragazzi che sono in possesso della L.104/92 con art.3 comma 3 e cioè stato di gravità.
Qualche ragazzo negli anni passati non ha avuto questa figura d'aiuto perché chi li seguiva non riteneva ne avesse diritto, nonostante la famiglia avesse fatto giustamente la richiesta.
Abbiamo studenti frequentanti lo stesso istituto ma seguiti da asl o centri di riabilitazione diversi, con l'educatore eppure, hanno meno problemi di altri che non hanno questo riferimento.
A questo punto ci troviamo di fronte a delle discriminazioni nei confronti di qualche ragazzo.
Magari usassero lo stesso criterio per tutti non sarebbe male.
Un’altra grande inesattezza che mi è stata riferita da genitori, da parte di chi segue dei ragazzi in centri di riabilitazione, detterebbe disposizione della precedente Ministra dell’Istruzione:
“tutti i disabili devono seguire il programma differenziato”.
Vorrei capire da dove è stata attinta questa notizia “assurda e inventata”. Tante cose che sono state fatte dalla Ministra non ci piacciono, però non possiamo attribuirle cose che non esistono.
Vorrei capire perché vengono spacciate per vere notizie di questo genere a genitori che tanto hanno da fare e, non possono poi verificare.
Capita che molti credano a queste bufale, ma, tanti incontrano genitori come me, che “illuminano” e spiegano che i percorsi non sono cambiati. Magari chi segue i ragazzi vorrebbe indirizzarli a seguire quel tipo di percorso che, comunque decide sempre e solo la famiglia, con la sua firma.
Le normative che regolano la vita scolastica dei disabili sono abbastanza complesse ma, sembra strano che non siano conosciute correttamente da chi poi partecipa nelle scuole alle riunioni che li riguarda.
Se le cose vengono applicate bene nessuno avrebbe da lamentarsi, eppure i 20 anni dall’applicazione della legge 104/92 ancora sembrano insufficienti perché gli addetti siano “dotti” in materia.
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